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anno 2° numero 30 del 24 aprile 2011
Domenica di Risurrezione

Liturgia di oggi

Introduzione
La resurrezione di Cristo inizia una nuova storia in cui la possibilità di vincere il male e la morte è già stata realizzata una volta per tutte da Gesù.

L’uomo ora è libero, e perciò può scegliere se operare rimanendo schiavo di ciò che è già finito oppure accogliendo la grande gioia di ciò che in Cristo risorto è iniziato.

Prima letturaAt 10, 34a.37–43: Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

Pietro è testimone di fronte a Cornelio, un centurione romano, e alla sua famiglia degli eventi accaduti in Giudea. Nel cambiamento di Pietro, passato dai tre rinnegamenti di Gesù all’essere testimone della sua risurrezione, e nel diffondersi della buona novella tra i pagani, si vede l’efficacia di quell’evento che ha origine nel sepolcro di Cristo trovato vuoto il mattino di Pasqua.

Dal Salmo 117 -  Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Il salmista esulta perché non morirà ma resterà in vita e subito ci rivela il significato di questa nuova vita: annunciare le opere del Signore.

Seconda lettura1 Cor 5, 6–8: Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.

Il pane azzimo è pane non lievitato con il quale Israele celebrò la prima Pasqua in Egitto. Invitandoci a essere azzimi Paolo ci invita dunque ad abbandonare ciò che appartiene alla terra della schiavitù, il peccato, per aprirci alla libertà della risurrezione.


Riflessione sul vangelo 
Gv 20, 1–9: Egli doveva risuscitare dai morti.

La corsa di Pietro e di Giovanni verso il sepolcro vuoto è simbolo della ricerca affannosa dell’uomo di un messaggio di speranza. Quella del vangelo di oggi, come per i due apostoli allora, rimane in ogni tempo e in ogni luogo una notizia inattesa e meravigliosa: Cristo è risorto e la morte non esercita più il dominio sulla vita degli uomini.

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