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anno 3° n. 13 del 25 DICEMBRE 2011
NATALE DEL SIGNORE

(all'interno è possibile ascoltare il Vangelo)

Liturgia di oggi

Introduzione

La nascita del bambino Gesù a Betlemme è mantenimento delle promesse del Signore attestate dalle scritture. Egli è dunque il modo in cui si manifesta la fedeltà di Dio all’uomo. Salvatore nasce nella storia, in un luogo e in un tempo preciso: egli dunque viene a salvare l’uomo nella sua condizione concreta. Infine Gesù, Figlio del Dio vivente, è vero Dio e vero uomo, così che tutta l’umanità guadagna in lui una rinnovata dignità, che non le potrà più essere tolta.

Prima lettura - Is 9,1–6: Ci è stato dato un figlio.
Il profeta Isaia annuncia la speranza per il popolo di Israele: la nascita del Messia che darà stabilità al trono di Davide. I segni della sua venuta saranno la pace e la giustizia.

Dal Salmo 95 - Oggi è nato per noi il Salvatore.

Il salmista ci invita a lodare il Signore per la sua gloria e la sua misericordia per mezzo delle quali, in Gesù Cristo, siamo stati salvati.

Seconda lettura - Tt 2,11–14:
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Gesù Cristo è manifestazione della grazia di Dio nella storia. Grazie alla sua venuta è nata una nuova umanità in cammino verso il Regno dei cieli.


Canto al Vangelo:
  Alleluia, alleluia. Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore. Alleluia.

Vangelo - Lc 2,1–14: Oggi è nato per voi il Salvatore.
 

L’angelo annuncia ai pastori la nascita del Salvatore. Egli è contemporaneamente gloria di Dio e speranza per gli uomini, compimento delle promesse fatte al popolo di Israele, parola che si fa carne e unica fonte di vera gioia.

ASCOLTO del VANGELO:
Natale del Signore
> Clicca qui
(Youtube - da La Porzione - letture di Valentina Serra)


Approfondimenti

 BUON NATALE A TUTTA LA COMUNITA’ PARROCCHIALE
  

Una leggenda, credo mediorientale, dice che il lago di Tiberiade sia molto pescoso perché è generoso, da lui nasce infatti il fiume Giordano che è il più importante della regione e che poi sfocia nel Mar Morto che invece è privo di qualsiasi forma di vita, a parte alcuni batteri, perché appunto non è generoso, da lui infatti non nasce alcun fiume. Può sembrare un esempio banale, però mi sembra invece molto appropriato per capire meglio il senso proprio del Natale. Lo sappiamo tutti che viviamo in una società dove il consumismo la fa da padrone in questa solennità, dove paradossalmente il "centro" della festa, cioè la nascita di Cristo, viene sempre messo in secondo piano riguardo alle cose accessorie (vacanze, cenoni e soprattutto i regali) che sono diventate ormai il "senso" del Natale per molte persone.
Se vogliamo riscoprire il significato ed il valore del Natale, credo che dovremmo riflettere sul grande mistero dell'Incarnazione, cioè Gesù, il Figlio di Dio che volontariamente rinuncia alla sua "condizione divina", tanto per dirlo con parole di S. Paolo, e si fa uomo, cioè si "abbassa", si "annienta" per amore. Non so quante volte abbiamo pensato a tutto questo. Riflettiamoci brevemente insieme. Quando per qualche ragione, siamo considerati "uno zero a sinistra", ci sentiamo defraudati o per lo meno pensiamo che tutto questo non sia giusto, eppure siamo solo stati trascurati da una o più persone. Ciò nonostante ci sembra di aver subito un grande torto. Dio, in Gesù, si annienta così tanto che passa appunto dalla sua condizione divina a quella umana: un salto indietro enorme, immenso fatto perché Dio ci ama di un amore così straordinario che ha voluto con questo, partecipare alla nostra vita per redimerla.
Se vogliamo veramente vivere la vera dimensione del Natale non possiamo non riflettere a lungo su questo mistero di amore su come l'Incarnazione e la Nascita di Gesù ci mostrino che l'Amore, quello con la A maiuscola, sia fondato sulla generosità e sulla donazione.
Maria e Giuseppe hanno capito e vissuto tutto questo, infatti sono stati disponibili a compiere la volontà del Padre, a rinunciare ai propri legittimi progetti per far entrare la Vita nel mondo. E così hanno vissuto tutti i santi che amavano le mortificazioni e le penitenze non perché fossero dei pazzi, ma perché avevano capito che Dio nasce nel proprio cuore solo quando sappiamo annientarci.
Uno dei versetti che più mi piace è Mt 5,13: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido con che cosa si dovrà dare sapore ai cibi?". E un versetto che ci ricorda che se noi che ci diciamo cristiani, non siamo disposti a "scioglierci", cioè ad annientarci non saremo mai capaci di dare sapore al mondo; infatti chi cucina sa bene che il sale se non si scioglie nell'alimento resta un grumo amaro nel cibo insipido, ma se si scioglie allora il piatto sarà buono e saporito. Se dunque vogliamo che questo Natale non sia come i precedenti che abbiamo vissuto dobbiamo anche noi cercare di imitare Gesù il quale si è abbassato fino ad arrivare a noi. Mi immagino quanto dure possano sembrare queste parole, vi confesso che sono dure anche per me. A proposito mi ricordo sempre delle parole di un vecchietto che faceva le iniezioni, e quando il liquido era doloroso, lui diceva sempre: "vuol dire che è buono, che la medicina farà senz'altro bene e che guarirai presto", e così avveniva. Seguire Gesù ed essere umili è difficile ma ci porta ad essere santi. Personalmente quando auguro ad una persona: "Buon Natale", più o meno intendo tutto questo: fare posto a Gesù nel nostro cuore, sempre pieno di tante cose che occupano il posto che Lui dovrebbe avere nella nostra vita.
Concludo con una piccolo scritto di Madre Teresa di Calcutta sul Natale:

E’ Natale...
    Vieni in me Gesù,
    come luce da accendere,
    come amore da amare,
    come gioia da donare,
    come pace da diffondere,
    come sacrificio da offrire,
    come vita da vivere,
    come verità da dire.



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