anno 3° n. 33 del 13 MAGGIO 2012
VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
(all'interno: Liturgia del giorno ed ascolto del Vangelo)
Liturgia di oggi
Introduzione
Dio non fa preferenza di persone: ama tutti senza distinzione. Nell'amore possiamo riconoscere la presenza di colui che ci chiama alla vita piena. Ecco perché il segno vero della presenza di Dio in mezzo a noi è l'amore vicendevole, che nasce dalla condivisione dell'Eucaristia, il dono della vita del risorto agli uomini.
.
Prima lettura -·AT 10,25-26.34-35.44-48:
Anche sui pagani si effonde il dono dello Spirito.
Pietro apre le porte della Chiesa a tutti, senza distinzione di razza, cultura e religione. L'offerta della fede in Cristo e del dono dello Spirito è rivolta ad ogni uomo.
Dal Salmo - 97: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantiamo col salmo la gioia per la venuta del Salvatore, che offre a tutti la sua salvezza.
Seconda lettura - 1Gv 4,7-10: Dio è amore.
Canto al Vangelo - Gv 14,23:
Vangelo - Gv 15,9-17: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
La vita cristiana non è servitù, ma amicizia nell'amore. E l'amicizia nasce dal condividere scelte e valori comuni, rappresentati dai comandamenti, orientamenti per raggiungere la vera gioia.
LITURGIA DEL GIORNO - ASCOLTO DEL VANGELO
(www.lachiesa.it)
Approfondimenti
E' bello che sia così. Che vi sia stato Tommaso, e che egli continui ad abitare in noi. Già una volta Tommaso ci è servito. Ha chiesto a Gesù come mai potessero "conoscere la strada". E Gesù ha risposto a lui e a noi: "Io sono la via..." (Gv 14,6). Ora ci serve nel suo dubbio che conclude con l'esclamazione: "Mio Signore e mio Dio".
Tommaso abita in noi. Come lui non siamo soli, siamo con gli altri discepoli, con la Chiesa. E ci siamo con i nostri dubbi, le nostre perplessità. Davvero "nostri", perché miei e degli altri discepoli. Se mi facessi passare o gli altri, nei miei confronti, si facessero passare come gente senza dubbi, senza nessuna incrinatura, potremmo forse farci anche passare come dei diamanti perfetti. Basterebbe un esame accurato e l'esperto di pietre preziose capirebbe subito che non si tratta di diamante, ma di fondo di bottiglia. Ben lavorato, forse, sfaccettato magari, sempre fondo di bottiglia però .
Tommaso abita in noi, e noi non siamo soli, siamo nella Chiesa e dunque consapevoli che mentre io oggi covo un dubbio, mi macero in una perplessità, nel contempo ci sono tanti nella Chiesa (discepoli sconosciuti a me, non al Risorto) che stanno gridando anche per me: "Mio Signore e mio Dio".
Il caso di Tommaso è una specie di drammatizzazione della difficoltà di credere nella risurrezione. Chiese troppo Tommaso, dal momento che anche gli altri discepoli avevano avuto bisogno di "vedere" per credere? Certo, egli poteva dare cerdito alla testimonianza degli amici che "avevano visto il Signore" e attendere semmai una personale conferma! In ogni caso, un merito Tommaso l'ha avuto: pur incredulo non ha abbandonato i discepoli, ha accettato di rientrare nel gruppo, di rimanere con loro, di aspettare con loro: "C'era con loro anche Tommaso".
Il Risorto concede a Tommaso l'esperienza di un segno così marcato, non isolatamente ma in seno alla comunità dei discepoli, ancora una volta riuniti di "domenica". L'assemblea eucaristica domenicale appare, dunque, il luogo e il tempo privilegiati della presenza e del riconoscimento del Signore. "Il gruppo dei discepoli viene costituito in Chiesa dall'apparizione del Risorto, dal suo mandato missionario e dalla comunicazione dello Spirito. La vita pasquale si può vivere solo ecclesialmente" (H. Schurmann).
C'è un discernimento concreto per sapere se siamo "uomini pasquali" nella nostra vita cristiana, ecclesiale e missionaria. la parola di Dio in questa domenica ci dà delle riprove che ci misurano: si tratta della liberazione dalla paura e del possesso della pace e della gioia cristiana.
Si parla molto di pace; è un bene; si intende però per lo più quella pace detta in opposizione alla guerra, alla violenza. Non è la pace dei paciocconi e dei leggeri di mente e di cuore, ma dono originale di Cristo all'"uomo nuovo". Una pace che non è senza dolore, senza prove, senza momenti di angoscia, ma che regna sovrana sopra quanto sperimentiamo ogni giorno. Essa si ottiene proseguendo a far "regnare" Cristo nella nostra vita, a tenere "lo sguardo" fisico, spirituale e contemplativo su di lui. La "teologia dello sguardo" è importante e bisogna farci abituale l'aver l'occhio a Cristo.
Si parla molto di gioia; è un bene; si intende però per lo più quella gioia che consegue ad una "qualità della vita" accettabile.
La pace interiore fiorisce nella gioia. La "sobria gioia" del cristiano non si trova cercandola direttamente perché la gioia non è una virtù, ma "un effetto di virtù". Viene, cioè, da un'altra cosa. E questa cosa è la carità. "La gioia è un effetto della carità". Solo chi ama e ama cristianamente ha gioia. Se dunque vedete gente che non esprime gioia dite che non sa amare e non è amata.
Quanto è importante questo! Sentendovi amati da Dio, sentendo intorno a voi la carità avete l'avvio a vivere nella gioia, e "amando come Dio ama" la gusterete intensamente.
Quando le parole dei miei fratelli
diventeranno i miei occhi,
ti vedrò Signore.
Sì, nei loro occhi ti incontrerò.
E imparerò che non posso incontrarti
se non resto con loro.
Tu non verrai a cercarmi,
aspetterai di incontrarmi
quando sarò disponibile a stare insieme agli altri,
tutta povera gente come me,
chiusa nel timore di ricevere torti,
di essere maltrattati e uccisi.
Che io possa dire come Tommaso:
Mio Signore e mio Dio!
quando vedrò i segni della tua croce
nella carne di chi verrà a me
e potrò toccare la passione degli altri
come luogo di incontro con te e pienezza di Vita
La benedizione delle famiglie riprenderà
mercoledì 16 maggio (via Tripoli);
pertanto le famiglie che abitano in via Bengasi
e in via Beniamino Fiamma
che avrebbero dovuto ricevere la benedizione
il giorno 15 maggio,
la riceveranno martedì 22.