Pertanto, è necessario accogliere con disponibilità il comando di Dio proclamato dalla voce che si ode dalla nube sul Tabor: «Ascoltatelo». Dall’adempimento di questo invito può sorgere in noi la stessa disponibilità che fu di Abramo, e la stessa dedizione al vangelo che fu di san Paolo.
Prima lettura Gn 12, 1-4 Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.
La chiamata di Abramo è una vocazione personale, che richiede da lui disponibilità e fiducia nella promessa di Dio. Con storia del patriarca di Israele comincia la storia della salvezza. Abramo, infatti, è benedetto da Dio e portatore di benedizione per tutti i popoli.
Dal Salmo 32 Donaci Signore il tuo amore: in te speriamo.
L’occhio del Signore si posa su coloro che gli sono fedeli e li salva. Invochiamo insieme al salmista il suo sguardo benevolo.
Seconda lettura 2 Tm 1,8b-10: Dio ci chiama e ci illumina.
Paolo esorta il discepolo Timoteo a condividere la sua fatica nell’annunciare il vangelo, senza vergognarsi neppure della prigionia nella quale l’apostolo si trova. Il fondamento di tutto è la vocazione alla sanità ricevuta, non per merito ma per grazia. La grazia, infatti, ci è stata donata per la passione e resurrezione di Gesù.
Riflessione sul vangelo Mt 17 1-9 Il suovolto brillò come il sole
L’episodio della trasfigurazione rivela la natura divina di Gesù di Nazareth. È in lui che Dio illumina l’umanità con la sua grazia. Gesù è l’amato dal Padre: per mezzo di lui e della sua croce anche noi siamo chiamati alla gloria della trasfigurazione.