da Il Mosaico 29 Gennaio 2012

 

Prima lettura -
·Dt 18,15-20:
Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole. 

Mosè riferisce al popolo la promessa di Dio: un grande profeta porterà al suo popolo la Parola di Dio. Una promessa che ha trovato compimento in Gesù.

Dal Salmo - 94: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Il Signore ci invita ad avvicinarci a Lui ascoltando in profondità la sua voce. Accogliamo l'invito del Salmo.

Seconda lettura - 1Cor 7,32-35:
La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.

San Paolo invita i cristiani a non essere interiormente divisi da cose che li distraggano da ciò che è fondamentale: seguire il Signore.


Canto al Vangelo -
 Mt 4, 16:  

Alleluia, alleluia. Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Alleluia.

Vangelo - Mc 1,21-28:
Insegnava loro come uno che ha autorità.
 
Il sabato per gli Ebrei, come per noi la domenica, è il giorno di Dio: Gesù fa diventare reale evento di salvezza il tempo umano, attraverso il suo insegnamento e l'azione di liberazione dal male.
 
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LITURGIA DEL GIORNO - ASCOLTO DEL VANGELO
(www.lachiesa.it)
  

Approfondimenti

2 FEBBRAIO
PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO 


La festività odierna, di cui abbiamo la prima testimonianza nel secolo IV a Gerusalemme, venne denominata fino alla recente riforma del calendario festa della Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo del momento della storia della sacra Famiglia, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla celebrazione il titolo di "presentazione del Signore", che aveva in origine. L'offerta di Gesù al Padre, compiuta nel Tempio, prelude alla sua offerta sacrificale sulla croce.
 Questo atto di obbedienza a un rito legale, al compimento del quale né Gesù né Maria erano tenuti, costituisce pure una lezione di umiltà, a coronamento dell'annuale meditazione sul grande mistero natalizio, in cui il Figlio di Dio e la sua divina Madre ci si presentano nella commovente ma mortificante cornice del presepio, vale a dire nell'estrema povertà dei baraccati, nella precaria esistenza degli sfollati e dei perseguitati, quindi degli esuli.
 Roma adottò la festività verso la metà del VII secolo; papa Sergio 1 (687-701) istituì la più antica delle processioni penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si concludeva a S. Maria Maggiore. Il rito della benedizione delle candele, di cui si ha testimonianza già nel X secolo, si ispira alle parole di Simeone: "I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti". Da questo significativo rito è derivato il nome popolare di festa della "candelora". La notizia data già da Beda il Venerabile, secondo la quale la processione sarebbe un contrapposto alla processione dei Lupercalia dei Romani, e una riparazione alle sfrenatezza che avvenivano in tale circostanza, non trova conferma nella storia.
 

 

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