Dalle origini fino a tutto il 1600 la festa del Perdono, celebrata a maggio, fu soltanto religiosa. Un atto notarile del 1577 riferisce che anche per il 6 settembre la liturgia prevedeva un rito proprio per la celebrazione della Messa e l’Ufficio Divino. La festività del Perdono era resa solenne soltanto dalle cerimonie liturgiche. Fedeli e pellegrini si accostavano ai sacramenti, pregavano davanti ai resti mortali di san Tommaso, toccavano la pietra tombale e poi tornavano alle loro case. I modesti festeggiamenti esteriori erano collegati alla festa liturgica dell’Apostolo, cioè il 21 dicembre. Giovan Battista De Lectis, medico e scrittore del 1500, riferisce che il popolo organizzava alcuni giochi in piazza San Tommaso. Era la corsa del carro, successivamente chiamato l’albero della cuccagna. Si infiggeva a terra un palo in cima al quale si poneva un dono. Il carro gli girava intorno e il concorrente doveva riuscire a strappare il dono. Un certo Andrea di Zara, mentre il carro era sospinto da ogni lato, raggiunse la sommità del palo, che si spezzò e cadde a terra. Andrea stramazzò al suolo abbracciato all’albero, battendo testa e schiena sui mattoni. Secondo De Lectis, fu miracolato da san Tommaso perché Andrea tornò a casa sano e salvo, come se si fosse risvegliato da un lungo sonno. Dai libri dei Consigli della città di Ortona risultano le delibere di spesa per i festeggiamenti del 21 dicembre.
Agli inizi del Settecento, ai riti penitenziali del Perdono si abbinò l’abitudine di andare suonando di sera nelle case. Il Consiglio intervenne requisendo gli strumenti musicali, monsignor Amalfitani, vescovo di Ortona richiamò i fedeli alla sobrietà. Comunque nel 1758, quinto centenario della Traslazione, il Consiglio concesse 30 ducati per la musica in chiesa e nel 1764 pagò addirittura i fuochi d’artificio. La festa del sesto centenario della traslazione delle Ossa dell’Apostolo si svolse dal 4 al 9 settembre del 1858. Fu la più ricordata non solo dalle cronache locali, ma trovò un’eco in tutti gli stati italiani e in alcuni paesi esteri. Una raccolta di poesie dedicate a S. Tommaso testimonia l’evento. Il decurionato di Ortona, nella seduta del I gennaio 1859, scrisse una lunga memoria da tramandare ai posteri, di cui qui si fa solo un accenno. Due musicisti napoletani, Vincenzo Maria Battista e Paolo Serrao, le cui composizioni sono giunte fino a noi, curarono tutta la parte musicale delle cerimonie religiose. Francesco Paolo Tosti, a soli 12 anni, esordì come cantore, eseguendo il Tantum ergo. La città, tutta illuminata da torce, ospitava 6 bande musicali. I commercianti prepararono quattro colonne decorate con rosoni, fogliame e con lo stemma dell’Apostolo, come simbolo di accoglienza per i forestieri. I giochi della tombola e della cuccagna si svolsero a Terra vecchia, mentre le regate in mare.
Altro giubileo significativo fu quello del 1908. Anche in quel caso i festeggiamenti si svolsero dal 4 al 9 settembre. Settanta professori del San Carlo di Napoli cantarono la novena in cattedrale. La processione del 6 settembre si svolse alle ore dieci, dopo la celebrazione della messa pontificale, per le strade di Terra vecchia e poi raggiunse il porto. Nel pomeriggio fu percorso il tragitto a ritroso. Altre varie manifestazioni si susseguirono fino al 7 settembre.
Dal 1920, tutti i festeggiamenti furono spostati al Perdono di maggio, a cui furono collegate le fiere e la maggiolata. Da allora le manifestazioni civili, il corteo delle chiavi e le fiere sono rimaste abbinate al Perdono di maggio.