Arcidiocesi di Lanciano-Ortona
Guida rapida alla Cattedrale Basilica
di San Tommaso apostolo
Ortona - Abruzzo Italia
La Cattedrale di San Tommaso è costruita su una chiesa paleocristiana i cui reperti si trovano in un locale sotterraneo sotto il campanile. Dopo incendi, terremoti e devastazioni (Goti, Longobardi, Normanni) fu ricostruita, consacrata e dedicata a S. Maria il 10 novembre 1127. Dal 1258 custodisce le reliquie di San Tommaso apostolo trafugate dal navarca ortonese Leone dall’isola di Chios. Il 17 febbraio 1427 in questa chiesa è stata solennemente proclamata la pace tra le città di Lanciano e Ortona patrocinata da san Giovanni da Capestrano. Successivamente, l’edificio sacro ha subito un incendio e la distruzione per opera dei Turchi di Pyaly Pascià che il primo agosto 1566 hanno messo a ferro e fuoco la città di Ortona; gli ortonesi recuperarono dalle fiamme le sacre reliquie del Patrono. Quattro anni dopo, il tempio veniva elevato a rango di Cattedrale, con il nuovo vescovo Giandomenico Rebiba. Andando avanti nei secoli la Basilica subì ancora delle profanazioni da parte dei Francesi nel 1799 e nel 1943 è stata in gran parte distrutta dai Tedeschi. Ricostruita nei primi anni del dopoguerra, venne riconsacrata e riaperta ai fedeli il 5 settembre 1949 con una solenne cerimenia celebrata da mons. Gioacchino di Leo, Vescovo di Ortona, e dal Cardinale Federico Tedeschini, Datario di S.S. Pio XII.
Esterno
L’abside, con costoloni a vista e rinforzi alla base, a pianta esagonale, risale al XIV secolo. La facciata è stata ricostruita nel 1947 poiché i tedeschi il 21 dicembre 1943 distrussero con mine la facciata settecentesca con la cupola e il grandioso porticato quattrocentesco a nove colonne. Rimane integro nel vicolo un portale d’epoca sveva (XIII sec.). Sulla piazza, il portale attuale è stato ricostruito con reperti recuperati dalle macerie; era opera dell’artista ortonese Nicola Mancino (1312). Nella lunetta, la Madonna con il Bambino, san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista; sul lato sinistro, una parte di colonna con tralcio di vite e figure allegoriche. Nella facciata si conservano archi ad ogiva, capitelli con teste-mensola di epoca sveva, finestre monofore con trilobature di impianto gotico.
Campanile
Il campanile (1963) ricostruito dopo la demolizione del precedente che era stato edificato all’inizio del XVII secolo, ospita cinque campane: il campanone (1605, q. 40,75), la mezzana (rifusa nel 1948, q. 9,30), dell’ufficio (rifusa nel 1950), della domenica (1933, q. 1.75), di ogni giorno (1881, kg. 41).
Visita al Tempio: Interno
Appena dopo l’ingresso, sulla parete di destra, è sistemata la tomba di Leone, il navarca ortonese che nel 1258 recò ad Ortona le reliquie di San Tommaso apostolo. La tomba è ricoperta da una lapide sulla quale è stata riportata la trascrizione di quella più antica andata distrutta durante l’ultima guerra.
Sulla parete di fronte all’ingresso L’incredulità di San Tommaso dipinta da Basilio Cascella nel 1944; nella parte superiore, ai lati della vetrata, i Profeti Isaia ed Ezechiele, affreschi di Virginio La Rovere (1935); di fronte: L’incontro dei Santi Domenico e Francesco opera dell’artista francescano, padre Lerario. Lungo la navata sono esposte tele raffiguranti San Girolamo e Sant’Ambrogio dipinte da Tommaso Cascella nel 1968. Sulla porta che immette all’ex Cappella del Salvatore, oggi Madonna di Lourdes, Ritratto di mons. De Dominicis (vescovo di Ortona dal 1766 al 1791) eseguito dal pittore ortonese Fulgenzio Lavalle nel 1826. Tutte le vetrate sono state eseguite da Tommaso Cascella nel 1968. Queste, a partire da sinistra di chi entra nel tempio, rappresentano: L’Assunzione della Vergine, San Tommaso protettore di Ortona, La Madonna che consegna il Sacro cingolo a San Tommaso; sul presbiterio: San Tommaso e gli Apostoli e L’incredulità di San Tommaso. Al lato destro: la virtù della fortezza; ai lati: gli stemmi della città di Ortona e di San Tommaso. Sull’arco a sesto acuto, in fondo alla navata, è riportato a rilievo lo stemma di Ortona sovrastato da quello di San Tommaso.
Lungo la navata, sulla destra incassati nel muro, è possibile ammirare reperti dell’originaria chiesa gotica. I pannelli della Via Crucis, in alabastrino, sono opera dello scultore Stefano Durante. Intorno alla navata è riportato, in latino, il brano evangelico (Gv 20, 26-29) in cui Gesù invita Tommaso a toccare le piaghe del suo costato, esortandolo a «non essere più incredulo, ma credente».
4. Presbiterio
L’altare maggiore reca un bassorilievo che rappresenta L’incredulità di San Tommaso, opera di autore ignoto del XVI secolo. Circa cinquant’anni fa, la gradinata e l’ingresso della cripta hanno avuto una più logica sistemazione; l’ambone e il battistero sono stati collocati ai due lati.
I sette ovali dipinti sulla parte superiore dell’abside rappresentano, in ordine da sinistra verso destra, San Paolo, San Matteo, Sant’Andrea, Occhio di Dio, San Pietro, San Giacomo e San Tommaso. Il primo e l’ultimo, dipinti nel 1857 da Nicostrato Gizzarelli, sono rimasti indenni dopo i bombardamenti del 1943-44, mentre gli altri sono stati dipinti da Tommaso Cascella nel 1968.
5. Organo
E’ stato realizzato nel 1969 dalla Ditta Vincenzo Mascioni di Varese al fine di assecondare compiutamente le direttive del concilio Vaticano II; la consolle (tre tastiere e 123 comandi) ed è stata sistemata in modo che la Schola Cantorum risulti vicina ai fedeli e sia di guida al canto dell’assemblea. L’organo consta di 42 Registri sonori e 3.000 canne.
6. La cupola
L’attuale cupola è stata costruita nel 1946 in sostituzione della precedente a tiburio crollata a seguito delle mine fatte brillare dai Tedeschi il 21 dicembre 1943. Dal pavimento alla croce del lanternino misura in altezza circa 40 metri. Gli affreschi della cupola sono del pittore triestino Luciano Bartoli (1974) e rappresentano scene della creazione e, alle vele, tre Evangelisti: Marco, Giovanni e Luca. Il quarto Evangelista, Matteo, è stato dipinto nel 1931 dal pittore ortonese Antonio Piermatteo ed è l’unico salvatosi dalla distruzione del 1943.
7. Cappella di S. Maria Maddalena: La Pietà, scultura in gesso e legno policromi (sec. XV); pala d’altare: La Maddalena, di autore ignoto. La vetrata, rappresentante Santa Maria Maddalena è stata eseguita nel 1968 da Tommaso Cascella.
8. La Cappella dell’Immacolata: una base di marmo policromo e onice regge la statua dell’Immacolata; sullo sfondo, la parete è in mosaico.
9. Cappella del Sacramento
Ai lati, sulle pareti dell’anticappella, sono esposte due tele che rappresentano I discepoli di Emmaus e La moltiplicazione dei pani (Franco Sciusco, 1985). Intorno al cupolino, quattro affreschi del pittore Francesco Quadrini (1845), rappresentano San Francesco di Paola, San Francesco Saverio, San Francesco d’Assisi e San Francesco Caracciolo. Nella cappella: a sinistra, l’altorilievo Gesù e i fanciulli e dietro l’altare L’ultima Cena. Ai quattro lati, sotto la cupola, in quattro medaglioni a rilievo sono rappresentati: Caino e Abele (Gen. 4: 1-16), Elia (I re 19: 1-21), Abramo e Isacco (Gen. 22, l’offerta di Melchisedek (Gen. 14: 17-24). Nel tiburio, 15 formelle a rilievo rappresentano scene della vita di Gesù. Tutte queste opere in stucco, sono state eseguite dai fratelli Vincenzo e Lorenzo Perez negli anni 1842-1845. Vetrata raffigurante l’ascensione al cielo dell’artista
10. Cappella della Madonna di Lourdes.
Anticamente la Cappella era dedicata al Salvatore ed era il luogo di sepoltura della nobile famiglia Riccardi. Per un certo periodo, nel XVII secolo, vi furono custodite le Ossa dell’apostolo Tommaso. Al suo interno, a destra di chi entra, si conservano resti di colonna e relativo capitello della primitiva chiesa gotica.
11. Sala capitolare.
Dalla Cappella della Madonna di Lourdes si accede alla sala capitolare situata allo stesso livello del presbiterio. In essa si conservano degli interessanti costoloni in pietra che partono da quattro teste-mensola situate ai quattro angoli della sala. E’ possibile anche ammirare, sulla parete che la separa dall’ex cappella del Salvatore, una interessante finestra in pietra con ampia strombatura verso l’interno della sala.
12. Cripta
La cripta nella sua struttura attuale risale al 1968. Anticamente era la cappella dedicata alla Vergine sotto il titolo di Immacolata Concezione ed era il luogo di sepoltura della famiglia de Pizzis. Al centro è collocato l’altare-tomba (1986); al suo interno in una cassetta di rame dorato (inizio XVII secolo) si conservano le reliquie di san Tommaso apostolo. L’urna, con effigie di San Tommaso, fu realizzata nel 1612 dal pittore ortonese Tomaso Alessandrino. Il crocifisso che pende sull’altare è opera dello scultore ortonese Aldo D’Adamo (1982).
Sulla destra di chi vi accede è posta la lapide in marmo rosso redatta con il Vescovo mons. Boccabarile (1623) che narra la vicenda del trafugamento delle reliquie di San Tommaso e il loro arrivo in Ortona. Sulla parete di sinistra c’è la descrizione della venuta di santa Brigida in Ortona per venerare il sepolcro di San Tommaso. La Santa ebbe dal Signore la rivelazione che le Ossa dell’Apostolo erano in Ortona e in occasione della seconda visita (1369) ebbe il prodigioso dono della falange di un dito attualmente conservata nella basilica di S. Croce in Gerusalemme a Roma. Sulla parete di sinistra sono inoltre esposte copie di due pergamene: la bolla di papa Sisto IV (1479) che concede l’indulgenza plenaria a coloro che visitano la basilica di Ortona la prima domenica di maggio, e l’atto notarile del 1259 in cui si attesta la veridicità del trafugamento delle reliquie dall’isola di Chios (1258).
Dietro l’altare, nella cripta, è stata sistemata la pietra tombale con scritta greca, recata da Chios insieme con la cassetta delle Ossa di San Tommaso; probabile VI-IX secolo. La lapide appare di fattura armeno-mesopotamica; il bassorilievo rappresenta un Vescovo con cappello cuspidato. La scritta indica: San Tommaso. Quasi certamente la lapide tombale proviene da Edessa in Anatolia (oggi Urfa in Turchia).
13. Sacrestia.
Sulla porta di accesso è rappresentato, a rilievo, lo stemma di mons. Alessandro Crescenzi (vescovo di Ortona dal 1644 al 1652); al suo interno si conserva un monumentale ed elegante armadio in legno (sec. XVIII).
Bancone dei paramenti sacri effettuato dalla ditta Genuflex (2012) e vetrata La sacra Famiglia di Valter Pollegioni (2013). Orologio a pendolo dell’inizio del 1900 offerto dalla famiglia Nervegna.
14. La cappella di San Tommaso.
Ben poco rimane dell’antica e ricca cappella di San Tommaso in quanto anch’essa è stata quasi completamente distrutta dagli eventi dell’ultima guerra. Restano comunque le sette formelle del tiburio rappresentanti scene della vita di San Tommaso, in bassorilievo, realizzate nel 1572 e i quattro Evangelisti (altorilievi in stucco) realizzati da Lorenzo Perez nel 1839.
L’altare, ricostruito nel dopoguerra, custodisce il Busto d’argento di San Tommaso, contenente una reliquia dell’Apostolo, realizzato dalla Fonderia Pani di Napoli nel 1800 in sostituzione di quello più antico trafugato dai Francesi nel 1799. Le ante in bronzo (1958) sono dello scultore ortonese Stefano Durante. I dipinti, eseguiti da Tommaso Cascella nel 1968, rappresentano: dietro l’altare L’incredulità di San Tommaso e sulla destra Il martirio dell’Apostolo Tommaso. La finestra, dello stesso autore, rappresenta Leone che consegna le reliquie all’abate Iacovo. Nell’anticappella sono stati sistemati due pannelli in ceramica rappresentanti, a destra, La partenza delle galee ortonesi da Chios (11-8-1258) e, a sinistra, L’arrivo ad Ortona (6-9-1258). Gli affreschi della volta rappresentano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento; più sotto sono rappresentate le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza. Tutte queste opere sono state realizzate nel 1968 da Tommaso Cascella. Sua è anche la vetrata che rappresenta Gesù che annuncia a S. Brigida che le ossa di San Tommaso sono in Ortona.
Nell’anticappella, sulla parete di sinistra, è esposto un dipinto di Pasquale Bellonio rappresentante la Crocifissione (1762).
15. La devozione
San Tommaso apostolo è il patrono principale della città e patrono, insieme con la Madonna del Ponte, dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona. Gli abitanti di Ortona, molto devoti all’Apostolo, ne celebrano la festa liturgica il 3 luglio e la festa solenne patronale con novena la prima domenica di maggio. Questa festa è detta del “Perdono” per la concessione papale dell’indulgenza Plenaria concessa a tutti i visitatori della tomba dell’Apostolo.
San Tommaso è protettore, oltre che dei marinai, pescatori e naviganti, anche degli ingegneri, architetti, geometri e muratori, e viene invocato contro i dolori delle ossa in genere, le affezioni reumatiche e dolori di testa.
16. Notizie utili
Orario apertura:
nella mattinata la cattedrale è aperta dalle 7,00 alle 12,30.
nel pomeriggio, dalle 15,00 alle 19,00 (ora legale: dalle 16,00 alle 20,00).
Durante la celebrazione delle sacre funzioni sono ammesse le visite.
Orario Sante Messe:
festive: 8,00 (Madonna del Carmine) 9,30 - 11,00 - 18,00 (ora legale: 19,00);
feriali: 8,00, 18,00 (ora legale: 19,00).
Indirizzo: Cattedrale Basilica di San Tommaso Apostolo,
Piazza San Tommaso, 66026 Ortona (CH).
http: www.tommasoapostolo.it - e-mail:
Tel. e Fax: (+39 085 906 2977)