La Madonna del Carmine

Chiesa Carmine Ortona    Chiesa Carmine Ortona

Nella mappa di Ortona del 1685 sono disegnati il convento e la chiesa del Carmine con il campanile, più la porta del Carmine che conduceva al Peticcio. Come risulta dall’Onciario del 1751, il monastero amministrava una larga proprietà terriera ricevuta in dono, che ridistribuiva ai bisognosi con contratti di enfiteusi.
Nel 1799 i francesi, durante l’attacco alla città di Ortona, distrussero la Chiesa, deturparono le stanze con le accette e bruciarono la ricca biblioteca, costituita da testi stampati e da manoscritti. Il convento era molto spazioso. Godeva di un ampio ingresso e un lungo corridoio, un cortile interno scoperto con l’uscita sulla strada esterna. Proprio ad un lato del cortile erano ubicate una stalla, una vasca per pigiare l’uva, una stalletta per i polli e una per i piccioni, una legnaia, una cantina e una cucina. Dalla parte opposta due scalinate conducevano al secondo piano, dove si trovavano le stanze dei frati: tre stanze e una camerata comune. Nel 1809, in seguito alla soppressione, i frati furono costretti ad andarsene e il convento fu utilizzato come alloggio per le truppe. Nel 1866 il convento fu confiscato dallo stato e dato in affitto al comune di Ortona, che a sua volta, lo cedette alla Congrega di Carità per utilizzarlo come ospedale.
Dal 1867 al 1872 , la Congrega di Carità, costituita dal direttore e da quattro consiglieri in carica per quattro anni, non rinnovabili, resse l’ospedale civile, finalizzato all’accoglienza dei poveri bisognosi, colpiti da varie malattie, escluse quelle contagiose. Si manteneva con il finanziamento pubblico e vari affitti provenienti da immobili di proprietà della Congrega. Nel 1870, Giovanni Cadolini, nato a Cremona nel 1830 e morto a Roma nel 1917, eletto deputato al Parlamento italiano nel collegio di Ortona, chiese al Ministero dell’Interno il riconoscimento di “Corpo Morale” per ‘ospedale di Ortona, ma non l’ottenne, perché i ricoveri erano pochi e si erano verificati 20 decessi in due anni. La congrega fu costretta a chiudere l’ospedale, ma la chiesa restò aperta al culto. Dal 1909 la chiesa fu affidata ad un cappellano nominato dal Comune e in seguito ad un sacerdote diocesano. Oggi appartiene alla parrocchia di San Tommaso.

  

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